Introduzione

"Come scrittori di romanzi non siamo capiti".
Introduzione di Ugo Gugiatti a "L'uomo delle taverne", romanzo del Pinchet

mercoledì 14 marzo 2012

L'ultima intervista a Clarence Clemons - Estate 2010


L’UOMO PIU’ GRANDE CHE TU ABBIA MAI VISTO
Intervista esclusiva a Clarence Clemons

Clarence Big Man Clemons è l'enorme schiena su cui Bruce Springsteen si appoggia da 37 anni. Quella schiena è sempre lì, pronta a non farlo cadere per terra. Insieme rappresentano l’ultima leggenda vivente del rock’n’roll, la favola di un’amicizia eterna, una storia a lieto fine. Fin da prima della copertina di Born to Run il loro legame è stato saldo come una montagna, e li ha portati a calcare per quattro decenni i palcoscenici di tutto il mondo, vivendo insieme il passaggio dai bassifondi all'Olimpo. Con qualche pausa sì, ma in fondo sempre uniti. Non esistono altri esempi di questo genere nella storia della musica. Questa intervista, che gli ho fatto a inizio estate dopo l’uscita italiana della biografia Big Man, storie vere e racconti incredibili, rispecchia in pieno quello che tutti i fan della E Street Band hanno sempre pensato del gigante nero col sassofono, del fratello maggiore di Bruce. Lo stesso identico effetto delle sue parole me lo aveva fatto poco prima il libro, ben scritto anche grazie al mestiere narrativo di Don Reo, che lo ha fatto diventare romanzo. C’è del vero e c'è della leggenda, ma entrambe le cose sono spassosissime. Clarence a tratti si prende in giro, oppure confida ai lettori delle verità molto personali; racconta per esempio, con umanità, di questi anni duri, in cui a causa dei malanni alle ginocchia e alla schiena ha dovuto stringere i denti per essere là, alla destra del Boss. Ma non è mai mancato. Ora però, dopo l’ennesimo intervento chirurgico, a quasi 70 anni, afferma di essere a posto. Pronto per crepare (come scrive nel libro), o, in alternativa, per nuove battaglie. Da questa chiacchierata appare chiaro che Big Man non si considera in pensione. Ci sarà ancora di che divertirsi; il suo sax sarà ancora il ponte che unisce il rock al soul, nella musica di Bruce. Con buona gioia di tutti noi, che dopo il tour dell’anno scorso, magistralmente immortalato nel recentissimo London Calling: Live in Hyde Park, non aspettavamo altro che di sentircelo dire.

Ciao Big Man! Anzitutto, tutti vogliamo sapere come stai dopo l'ultima operazione. Avevi scritto che a questo punto saresti morto, ma pare non sia successo.
Sto veramente bene. E’ stato un lungo e difficile ricovero per cui quest'anno devo stare a riposo. E' il mio anno per guarire, e quando tornerò sarò al 110%! State pronti.
Come passi queste giornate di riposo, senza più nemmeno un buon sigaro (pare glieli abbiano vietati, ndr)?
Trascorro molti dei miei giorni facendo progetti e divertendomi con mia moglie. In questo modo torno un essere umano. Qualche volta quando sei sulla strada perdi il contatto con il mondo reale; io mi sto riconnettendo con quel mondo e sto rimettendo il mio corpo in forma. Questo è tutto quello che fondamentalmente sto facendo.
Veniamo al libro. Leggendolo sembra di essere lì a sentirti fare l'ennesima volta l'assolo di Jungleland. Sei soddisfatto di questa incursione nel mondo letterario?
L’assolo di Jungleland e la stesura del libro sono stati entrambi dei grandi sforzi creativi. Quando creo, sia che la mia creazione sia musica o letteratura, mi diverto allo stesso modo. Ho imparato molto più di quanto immaginassi sulla scrittura di un libro. E’ stata una grande esperienza. Pensa che ho già iniziato a scrivere il prossimo!
La magia dell'amicizia con Bruce è ben descritta, ma anche fra te e gli altri membri della Band esiste un rapporto così forte, da famiglia, come sembra?
Sì, c'è un forte senso della famiglia nella Band. Siamo insieme da tanto tempo e tutti siamo lì per lo stesso proposito, quello di rendere la musica di Bruce viva, reale. La felicità di essere lì tutti per questo motivo fa di noi una famiglia.
Io sono cacciatore, e ho scoperto che tu sei un fenomenale pescatore. Riesci a dedicare tempo a questa passione?
Non dedico abbastanza tempo alla pesca. E' il miglior modo di rilassarsi che io conosca. Riesco a pensare molto mentre pesco ed entro in un mondo diverso da quello che sono abituato a frequentare. Trascorro molto del mio tempo libero alle Florida Keys, il migliore dei posti per la pesca.
Sei specializzato in cucina italiana, oltre che amante della grappa, che è una specialità delle mie parti. Suggeriscici un piatto.
Le polpettine di carne italiane! Ho una ricetta segreta che ho creato ed è fantastica.
Il libro descrive bene il vostro passaggio dalla povertà al lusso. Riuscite, oggi, a restare in contatto con le cose di cui cantate?
Non ho mai lasciato quel nostro mondo del passato. Tu non puoi scordare da dove vieni; se lo fai allora è tutto finito. E' importante restare in contatto con se stessi e con la realtà dalla quale si proviene.
Sempre nel libro, citi molti musicisti e anche tanti scrittori. Dimmi della passione per il grande Norman Mailer.
Beh, il modo in cui lui si accosta ai suoi argomenti, il modo in cui ti racconta una storia, il modo in cui si spiega, fanno di lui un grande, grande scrittore.
La parte del libro in cui Norman descriverebbe i vostri fan come dei veri fanatici è stupenda, e molti sono proprio così. Certo c'è un rapporto unico fra voi e la vostra gente. Come li vedi tu, i vostri fan?
Cos'è un fanatico? Cos'è il fanatismo? Sai, io non penso che i miei fan siano fanatici. Loro amano Bruce, loro amano la E Street Band. Non penso che rinuncerebbero davvero alla loro vita per la Band. Il fatto che amino così la nostra musica ci sprona a restare forti e concentrati sul nostro più grande proposito: portare a tutti loro la gioia.
Hai smesso di tagliare i capelli quando Bruce sciolse la Band nel 1989. Continuerai non tagliarli?
Qualche volta considero l’idea di tagliarli, ma questi pensieri spariscono velocemente. Per cui no, al momento non penso che li taglierò mai.
Cosa pensi dei dischi di Bruce senza la Band?
Dischi senza la Band? Bruce ha registrato senza la Band? Io non ne so nulla.
Don scrive che la morte è uno dei tuoi argomenti preferiti...
Beh... non so. Ma se parli dei Grateful Dead, Jerry Garcia era mio vicino e buon amico. Con lui ho trascorso buona parte della mia vita. Mi manca e mi mancherà molto la sua musica.
Mentre si sapeva della grande amicizia con Danny, non ero a conoscenza di quella così forte con Terry Magovern, persona straordinaria che anche io ho avuto modo di incontrare, seguendovi ovunque per 20 anni. Lo vuoi ricordare?
Terry era uno dei miei migliori amici. Ha gestito il mio bar prima di iniziare a essere coinvolto nel nostro mondo musicale. All’inizio era mio assistente, poi ha avuto una dequalificazione professionale… e ha iniziato a lavorare per Bruce. Lo porto sempre dentro di me, lo amo moltissimo e lo amerò sempre.
Mi piace molto il capitolo del libro in cui parli dello chalet in Scozia dove ti sei sentito in pace. E' quello il posto d'Europa che preferisci?
Quella è stata una grandissima esperienza, ma non è il mio posto preferito in Europa. Ci sono tantissimi posti che amo là, e forse l’Italia è quello che preferisco in assoluto. Amo stare lì e quando ci vengo mi sento come se fossi a casa, non importa in quale città io sia.
Davvero tu e Bruce avete regalato una Chevy a una cameriera?
Quell’episodio compare nelle pagine grigie, quelle chiamate ‘leggende’. No, non le abbiamo regalato veramente la Chevy, ma avremmo potuto farlo… No, sono un raccontaballe… Sì lo ammetto: gliel’abbiamo data!
Esistono canzoni di Bruce che non ami?
Non ci sono canzoni che Bruce ha scritto che non mi piacciono. Ci sono alcune canzoni che preferisco rispetto ad altre, ma non ce n’è una che davvero non mi piace. Artisticamente si esprime in modo incredibile.
Il rock finirà con la fine della E Street Band?
Non prevedo la fine della E Street Band, ma sono sicuro che quando saremo tutti morti ci sarà un’altra E Street Band da seguire.
Se non avessi vissuto tutta la tua vita artistica a fianco di Bruce, con chi l'avresti voluto fare?
Se non ci fosse stato Bruce avrei voluto spendere la mia vita artistica con Mick Jagger.
Quali sono il tuo film ed il tuo regista preferiti?
Martin Scorsese è il mio regista preferito e credo che Robert De Niro e Sean Connery siano due dei miei attori di riferimento. L’uomo che volle farsi re è uno dei miei film favoriti.
Quando il concerto supera le tre ore e quello là non accenna a smettere, ti viene mai voglia di tirargli il sax in testa?
Ah!!! Il tempo scorre molto veloce quando suoniamo. Non ci si rende conto di quando sono passate le tre ore. Non guardo l’orologio. Sento lo scorrere del tempo solo nel mio cuore.
Qual è il concerto che non dimenticherai mai?
Quello alla prigione di Sing Sing del quale parlo nel libro è uno di quelli che non potrò dimenticare. Per ovvie ragioni. E se non le conoscete, ragazzi, leggetevi il libro (Big Man ride, ndr).
C’è un desiderio che ancora non sei riuscito a realizzare?
No, non c’è un desiderio che non ho ancora realizzato. Penso proprio di averli realizzati tutti nella mia vita. Il mio più grande desiderio in questo momento è di continuare a fare quello che sto facendo.
Qual è il più grande insegnamento che hai tratto dalla meditazione?
La lezione più importante che ho ricevuto dalla meditazione è imparare a vivere con se stessi, imparare a stare da soli, a stare tranquilli. E ad aprire la propria mente.
Quello del 2009 è stato l'ultimo tour della E Street Band?
Assolutamente no. Non penso mai che ci sarà un ultimo tour.
Ciao Clarence, grazie. Non sai con quanta passione ti aspettiamo in Italia. Dì a Bruce di darsi una mossa.
Ok. Ok. Ok.

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